Border Nights, puntata 346 (Paolo Bellavite, Jacopo Brogi 07-04-2020)

Border Nights - Een podcast door Border Nights

Ventottesima puntata della stagione 2019-2020 di Border Nights – La notte ai confini in diretta dalle 22 su Web Radio Network e poi in podcast su Spreaker, YouTube, Spotify, Itunes. Ospiti della puntata il dott. Paolo Bellavite per parlare di Covid-19 e prevenzione e Jacopo Brogi per parlare del documentario indipendente Laboratorio Grecia. Ad aprire la puntata la consueta copertina di Pietro Ratto.COVID-19: DOTT. PAOLO BELLAVITEPrimo ospite della puntata il dott. Paolo Bellavite. Ecco alcune sue recenti riflessioni sul Covid-19:“Allora le cose stanno così:– il virus Sars-CoV-2 ha la massima somiglianza con dei coronavirus che stanno nei pipistrelli, e un pochino anche con quelli dei pangolini– il virus umano è diverso da quelli dei pipistrelli per le parti che servono a legarsi ai nostri recettori e penetrare nelle cellule umane. La diversità non è una singola mutazione ma è una serie complessa di modifiche molecolari– nel corso dell’autunno del 2019 il Sars-CoV-2 ha cominciato a circolare tra gli esseri umani finché si è formato un evidente focolaio a Wuhan– i cinesi hanno tardato qualche giorno o qualche giorno in più a riconoscere la gravità della situazione e ormai il focolaio si era espanso– la versione immediatamente diffusa è stata quella del mercato che molti dei primi infetti avevano frequentato– tutto questo è valido ma non c’è ancora una spiegazione su come, quando e dove sia avvenuta la complessa mutazione e come il virus sia arrivato al mercato– il Sars-CoV-2 finora non si è trovato in nessun animale oltre all’uomo. O meglio un cane e un gatto o poco più che lo hanno preso dal padrone– da questo articolo del Washington Post si viene a sapere che i servizi segreti tendono ad escludere che qualcuno abbia volutamente sparso il virus: molto meglio così!– le spiegazioni basate sulla “selezione” non sono affatto alternative ad uno scenario di selezione in laboratorio.– il rasoio di Occam (tra due possibili spiegazioni sceglie la più semplice) non privilegia l’ipotesi del “caso in natura” (che implica l’ignoranza di quando, dove e come) rispetto quella della fuga dal laboratorio (che implica una possibile manipolazione)– che i coronavirus siano coltivati, mutati, selezionati in laboratori in giro per il mondo è ultracerto, tanto che vi sono molte pubblicazioni scientifiche che ne parlano– escludendo i militari, auspicando abbia ragione il Washington Post, i laboratori coltivano i coronavirus Sars per testare farmaci e fare vaccini– se si fosse trattato di una fuga accidentale da un laboratorio di ricerca, non sarebbe la prima volta– insomma la pistola fumante non la ha trovata ancora nessuno e più il tempo passa e meno è probabile che la si trovi– lasciare aperta la possibilità di una fuoriuscita da un laboratorio non ha nulla a che fare con la demonizzazione della scienza, ma al contrario ha a che fare con la sua difesa– lasciare la colpa al “caso” fortuito e inspiegato di spillover “naturale” senza prova alcuna che ciò sia successo (in casi di precedenti pandemie l’animale era stato chiaramente identificato, tanto che si fece una mattanza di maiali, o di galline) non è un atteggiamento scientifico– la versione ufficiale è shaky, vale a dire traballante– è pur vero che oggi serve a poco sapere come è cominciato perché cambia poco le cose da fare nell’immediato e non me ne abbiano i lettori– se oggi non serve, domani servirà, e comunque il problema della biosicurezza e della applicazione della moratoria USA del 2014 resta, anche nell’ipotesi che questa volta sia TUTTA colpa di un maledettissimo pipistrello, cosa di cui mi sia permesso nutrire qualche ombra di dubbio”Paolo Bellavite è laureato in Medicina e Chirurgia, specializzato in Ematologia Clinica e di Laboratorio, ha conseguito il diploma di perfezionamento in Statistica Sanitaria ed Epidemiologia. Ha...

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